È ora di cambiare il veicolo, per mantenere la rotta
17 settembre 2021
Il rinnovamento della materia alimenta il ciclo infinito della natura e tiene giovane la società costruita dagli uomini. L’unica cosa capace di perpetuarsi identica, perché indifferente al supporto materiale che le trasporta, sono le idee. È con questo spirito che prendiamo commiato dalla formidabile navicella che ci ha trasportati per 30 anni, sulle acque non sempre calme della politica ticinese, per aprire un nuovo capitolo nella storia del nostro Partito.
Congedarsi da Opinione liberale non significa, banalmente, cambiare modo di «fare comunicazione». Il tempo che abitiamo ci costringe a ripensare l’essenza stessa delle relazioni fra le persone: per restare rilevanti e continuare ad alimentare il mercato delle idee ci serve quindi uno strumento in sintonia con la lingua parlata nel XXI secolo. Vogliamo dare vita a un laboratorio di idee che ci aiuti a decodificare il mondo di oggi e a renderlo accogliente per le idee liberali radicali.
Il «laboratorio di idee» non è una formula di marketing da imbonitori politici. Come individui, e come partito, ci serve una dieta spirituale equilibrata – fatta di (auto)interrogazione, spirito critico, crescita – per sviluppare i muscoli mentali necessari a sostenere il confronto con temi e prospettive che non sono più quelle del XX secolo.
Accettare il distacco dal passato è un passo essenziale anche perché ci aiuta a elaborare qualche nodo critico del presente. Per prima cosa, rendiamoci conto che il PLR al 35% non esiste più, e che il nostro dovere è di parlare al Paese, non tra da nümm. Oggi l’elettorato va incuriosito, appassionato, attirato, convinto, trattenuto a colpi di stimoli. È una sfida quotidiana, faticosa – ma c’è un certo entusiasmo nello scoprirci startupper della politica, più che agiati rentier.
In secondo luogo, la prospettiva del lavoro quotidiano sulle idee è un modo di evolvere per adattarsi a un clima politico che cambia velocemente, e che ormai da qualche tempo non è più quello rassicurante del sistema proporzionale. In modo sempre più chiaro, si stanno consolidando due Weltanschauungen opposte – e per la cittadinanza, stretta fra due poli ideologici di opposto estremismo, serve oggi più che mai un referente pacato nei modi, ma deciso nella difesa di una società liberale.
Oggi non posso ancora dirvi con precisione dove andremo a finire. La considero una buona notizia, perché è la premessa per realizzare qualcosa di veramente nuovo. Probabilmente non abbandoneremo la carta, ma sarà il portale per collegarsi a una dimensione online molto più ricca – fatto di video, forum e altro ancora. Sarà poi compito di ognuno di noi condividere il patrimonio di idee che costruiremo, grazie alle nostre reti di contatti sui social – e magari anche in qualche bar, per non restare sempre nelle nostre piccole bolle di consenso.
In questi ultimi 30 anni di OL abbiamo raccolto migliaia di contributi, e profuso infinito impegno (grazie Vania, per le innumerevoli volte che ci – e mi – hai rincorso). L’eredità consegnataci è di valore inestimabile: valori, persone, impegno, dedizione, opinioni e storia. La scelta di chiudere può quindi avvenire serenamente, anche perché abbiamo in mente un prodotto che, come il predecessore, continui ad arricchire questo Cantone e ad alimentare la fiamma del liberalismo ticinese.
Il nuovo prodotto editoriale sarà la base di partenza della rinnovata offensiva liberale (fateci caso, l’acronimo è ancora… OL). Parleremo insieme di scuola, ambiente, economia, sanità, società e tanto altro ancora. Approfondiremo le notizie di attualità e ci confronteremo sui temi che attraversano il dibattito pubblico. Ospiteremo penne (o tasti) inaspettati. Faremo discutere. Ci arrabbieremo. Il nuovo prodotto editoriale sarà lo spazio per il nostro essere liberali radicali, e darà spazio a sensibilità che procedono l’una accanto all’altra – restando legate dall’idea comune che la singola persona ha il primato in ogni scelta politica. Cercheremo di costruire uno spazio aperto verso l’esterno, perché un partito è interclassista solo quando cammina nel paese e dialoga con gli altri. E quando il «laboratorio delle idee» di un partito è un luogo accessibile a tutti – non c’è da temere nessun confronto, perché proprio nel confronto si esalta il nostro temperamento politico.
A presto