Alessandro Speziali

Che il 2021 sia l'anno della riapertura

17 dicembre 2020

Le generazioni che ci hanno preceduto hanno conosciuto la guerra, da quella combattuta con la baionetta a quella Fredda, e periodi di tensione come gli «Anni di Piombo». Noi oggi siamo confrontati a una minaccia invisibile, che colpisce i più deboli e immobilizza il resto della società, confinandola in un perimetro angusto – tanto fisicamente quanto spiritualmente, visto che azzera abitudini e relazioni.

 La situazione di questi mesi è innaturale per chi si riconosce nei valori liberali. Sentiamo sulla nostra pelle la tensione tra bene comune e difesa dell’individuo, e dello spazio per esprimere sé stesso – una tensione che però non è antitesi, come alcune forze cercano di farci credere. Siamo in piena modalità di resistenza, ma possiamo già trarre conforto dalla certezza che il 2021 sarà, presto o tardi, l’anno della riapertura.

 Su questo occorre essere chiari. La riapertura non riguarda solo negozi, bar e ristoranti, spettacoli e sport. La vera riapertura, in pieno spirito liberale, significherà tornare a dedicare noi stessi all’impegno nella società – che è un nostro dovere.

 Da questo punto di vista, avremo il compito di invertire tendenza preoccupanti, per le quali non possiamo addossare tutta la colpa al virus. Non è la pandemia che, in questi ultimi anni, ha spinto molti di noi a ripiegarsi nel privato. Ecco perché, nell’anno della riapertura, occorrerà tornare a sentire che la nostra libertà non è gratuita: ci viene giustamente concessa, in cambio della partecipazione al perpetuarsi della nostra società.

 Come liberali, consideriamo un dovere investire il nostro tempo nella politica, nell’associazionismo, nella vita della comunità in cui viviamo. Lo facciamo volentieri perché ognuno di noi diventa così uno strumento del cambiamento: perché l’impegno individuale è l’unico modo per dare consistenza ai nostri valori, e costruire una società di individui responsabili verso sé stessi e verso gli altri.

 Nel 2021 saremo chiamati a incarnare, con l’esempio, la forma più nobile di libertà: non il permesso di soddisfare ogni capriccio, ma la gioia di sfruttare fino in fondo i nostri spazi di manovra per crescere individualmente, e mettere le nostre risorse a disposizione degli altri. Perché una società veramente coesa è abitata da cittadine e cittadini che la trattano come patrimonio comune, prendendosene cura e riparando i danni che il tempo o gli eventi le procurano.

 Care e cari liberali radicali: vi auguro Buon Natale e un 2021 all’insegna della riapertura.