Decollare insieme, o restare a terra divisi
19 novembre 2020
In un sistema proporzionale (e anche un po’ consociativista) come il nostro, Esecutivo e Legislativo sanno di non potere andare lontano a colpi di fragilissime maggioranze, ma serve di più. Di fronte a quello che stiamo vivendo in questo 2020, solo un accordo di fondo può permetterci di evitare il peggio.
Il PLR ha spiegato con chiarezza come ritiene giusto gestire la crisi. L’austerità dei conti non è un’ortodossia, ma è vietato scavare una voragine sotto i piedi delle prossime generazioni. Muovendoci all’interno di questi limiti, riteniamo che la formazione, le infrastrutture e aiuti ragionati all’economia siano prioritari.
Quest’ultimo punto sarà cruciale nei prossimi mesi: lo Stato deve tendere la mano alle attività sane, capaci di innovarsi e rilanciarsi, non tenere in piedi «aziende zombie» già destinate a fallire, anche in assenza del COVID. Questo programma è fedele allo stile liberale di gestione del denaro pubblico, nel quale ogni franco speso oggi deve sempre (almeno potenzialmente) crearne due domani. Solo in questo modo indebitarsi è sopportabile, quindi etico. Quando invece assecondiamo ogni tipo di richiesta, o pretesa, stiamo sperperando preziose risorse anziché investirle – e le sottraiamo a chi alla fine dovrebbe ereditarle da noi.
Oltre a questo, sappiamo bene che l’economia accetta dalla politica (molto volentieri) anche aiuti che non costano nulla. Possiamo in particolare correggere leggi e regolamenti troppo rigidi, che fanno disperdere carriolate di energie e risorse, come la Legge sulle commesse pubbliche (e non vedo l’ora di occuparmene concretamente in Gran Consiglio).
La politica non vive certo il suo momento di massima popolarità. Le nostre azioni di oggi potrebbero però farci ricordare come le forze che hanno dato un impulso positivo al Paese, nel momento più buio degli ultimi decenni. Sarebbe bello che i nostri nipoti parlassero di noi come di persone che hanno trovato un modo per trasformare una crisi in una occasione di rilancio: non a colpi di retorica, ma costruendo benessere per tutti secondo la massima più liberale che ci sia – quella per cui il miglior aiuto sociale è un posto di lavoro.
Per riuscirci, il PLR deve orientare il dibattito politico, entrare in sintonia con la popolazione e alla fine convincerla. Per farlo servono chiarezza d’intenti e qualche visione ardita, che siano la mappa in base alla quale pianificare interventi concreti. Quali? Incentivi economici per aziende che investono o assumono apprendisti, agevolazioni per imprese che esportano e sostegno a sport e cultura; ma dobbiamo anche spingerci oltre, gettando le basi per l’ospedale universitario in Ticino e insistendo incessantemente per il completamento di AlpTransit fino a Chiasso.
Quel che invece non possiamo permetterci è di perdere tempo in ostilità fini a sé stesse, gongolandoci per una presunta superiorità morale rispetto a questi o a quelli, e alimentando così la disillusione della cittadinanza. La lotta politica che piace a me è arte del convincere, non bagarre astiosa. La testa dei cittadini (e anche la loro pancia, spesso derisa) premia sempre chi guida il gruppo e convince gli altri ad aggregarsi. Prendendo questo volo diretto verso un domani migliore, tutti insieme, possiamo regalare ai ticinesi la speranza e anche l’idea che sì, noi politici siamo davvero un po’ migliori di quanto credessero.