Alessandro Speziali

RSI La2, ovvero l’ineluttabilità dell’internet veloce

21 settembre 2018

Quando si parla di infrastrutture pubbliche, si parla anche di internet in ogni angolo del territorio. Non è sufficiente un segnale minimo (vi ricordate il gracchiare dei vecchi modem?), ma una banda larga (ADSL e soprattutto fibra ottica) che consenta quella velocità che oggi il web richiede. Anche perché online corrono shopping, giornali, trasmissioni, musica, libri di scuola … fino alla futura RSI La2.

L’equazione fra digitalizzazione e infrastruttura di rete è alla base dello sviluppo tecnologico e del legame sempre più istantaneo fra locale e globale, fra noi e buona parte dei nostri bisogni (e vizi). Il PLR l’aveva capito tempo fa e con Giacomo Garzoli ha fatto bene in Parlamento a picchiare sul chiodo della fibra ottica: l’alta velocità capillare non è un cruccio, ma un tema concreto, soprattutto nelle zone periferiche. Mi ricordo nitidamente una frase del liberale Vincenzo Pedrazzini: “dallo Stato non pretendo sussidi per la mia attività, ma infrastrutture che la rendano possibile”.

Come anticipato nel 2016 e annunciato pochi giorni fa, l’SSR sembrerebbe fare sul serio e prevedere una “possibile conversione multimediale” del secondo canale entro il 2020. Una formulazione morbida per declinare un futuro certo. Occorre però che tutti possano avere accesso alla nuova offerta: stiamo parlando di servizio pubblico. Sebbene questa evoluzione non sembri una manovra di risparmio (che ne sarà però degli attuali introiti pubblicitari?), la sfida è assicurare a tutti i cittadini un accesso veloce a internet, anche nei rami più discosti del nostro territorio. Senza dimenticare chi non si destreggia con i vari iPhone, tablet e computer, perché sono proprio loro i frequentatori più assidui del tradizionale canale TV con il telecomando adagiato sul divano. E allora che “nostalgia” e “tecnologia” facciano sempre ancora rima!

Alessandro Speziali
Capogruppo PLR Minusio